venerdì 15 ottobre 2010

Starnuti e intercettazioni

Eeeeehhhh.... Eeeeehhhh... EEEETCHU'!

Sniff sniff

Bede bede, devo relaziodare zulle brove di ieri zera. Allora...

Devo dire ghe avevo un bel bo' di ravvreddore e ghe stabani zto già beglio (gome gredo zi nodi), anghe ze non bosso allontadarmi drobbo dai vazzolettini. Abbiabo brovado la scena due e la scena diegi, o beglio la diegi la abbiabo zolo ledda. Le brove zono andade bede, debbo dire, e nonoztande le bie gondiziodi, zobradduddo grazie al buod lavoro di Alezzandro, abbiabo bondàdo dudda quanda la zeconda scena, ghe buò dirsi devinitiva, ber adezzo. Il ghe è bardigolarmente buodo vizto ghe abbiamo uzado bed guarantagingue binudi ber dedigàrgi al traiding ghe bastro Zibone ha brobosto brima, ber i zuoi addori in Dio, ed eztezo anghe a doi.

Beborabile il bobèndo in gui Vederìga ha ricevudo la ghiamada di un mizteriozo ammiradore (un gerdo Dìcola) e Alezzandro zi è besso ad origliare gome una vegghia cobàre. Bareva uno di guei vilm di zerie bi. Aldreddando beborabile il faddo ghe, dobo che ziamo usciti, Alezzando non dovava le ghiavi della bacchina, e le ztarèbbe angora gergando ze non avessi avudo l'idea di addare a vedere della zua bacchina, dove evvettivamente le aveva lasciate inzeride del guadro.

Ogghei, ora vi lascio che zi è sciolta l'azbirìda.

Giao Giao.

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