giovedì 23 settembre 2010

Un senso artistico

Una discussione molto importante, che purtroppo non c'è stato il tempo di fare a voce ieri sera, ma che secondo me merita davvero un'attenzione particolare, è quella che risponde alla seguente domanda, troppo spesso dimenticata da chi fa teatro amatoriale: perché facciamo quello che facciamo? Che senso ha portare in scena uno spettacolo come Lunatika?

E' strano come domande come questa non trovino risposta, o la trovino molto difficilmente, se poste a registi anche piuttosto bravi che lavorano in contesti non professionistici, come noi. Ebbene, secondo me è importante che tutti, fin da subito, abbiamo bene in mente quale proposito ci poniamo volendo portare in scena uno spettacolo che, diciamocelo, non ha quasi nulla di innovativo; e con questo voglio dire che è uno spettacolo molto "frontale", molto "quarta parete", molto poco interagente con pubblico si potrebbe quasi dire "cinematografico".

Ebbene, io credo che la nostra motivazione ultima dovrebbe essere la stessa che, forse, ha mosso Willy quando ha scritto il suo "Sogno". Noi vogliamo raccontare una storia dei nostri tempi, e contemporaneamente una storia senza tempo e senza età, eterna perché universale, come l'amore, la gelosia, il litigio, la rabbia e l'amicizia.

La dinamica Shakespeariana, la storia voglio dire, già contiene tutto questo. Tuttavia è calata in un'atmosfera che, volente o nolente, non è più attuale, non ci è più familiare, così come il linguaggio. Oggi le giovani coppie non vanno più ad amoreggiare nei boschetti, e non adoperano certo misteriosi filtri esoterici per alterare le loro percezioni. Una storia del genere risulterebbe falsa se ambientata nella contemporaneità, e lontana ed assente, non coinvolgente, se riportata alla sua collocazione storica originale (così come risulta poco coinvolgente leggere su un libro di storia della guerra dei cent'anni). Ma sebbene i nostri luoghi, tempi e mezzi siano completamente diversi, le dinamiche che coinvolgono le persone assomigliano moltissimo a quelle di 300 anni fa! Questo è ciò che rende Shakespeare un autentico classico intramontabile: l'aver colto l'essenza dello spirito umano, la sua universalità ed invariabilità. Per questo non è un caso che la nostra storia (proprio nel senso del "plot") ricalchi molto fedelmente quella del Sogno.

I nostri personaggi sono tridimensionali, ve ne sarete accorti anche da soli: abbiamo tirato fuori una quantità di aggettivi e suggestioni per ogni personaggio molto lunga ed articolata già in pochi minuti, abbiamo persino dibattuto su diversi punti di vista sugli stessi personaggi, che al momento non sono nulla più, vi ricordo, che lettere scritte su un copione. Se è possibile avere più punti di vista, però, significa che quel personaggio è davvero "solido" e non "piano", giusto?

Questo sarà il nostro obiettivo registico ed il vostro ruolo attoriale: rendere la verosimiglianza di questi personaggi, in tutta la loro completezza, senza rinchiuderli in uno stereotipo e senza, soprattutto, dare un giudizio su di loro. Ogni personaggio è nobile, come nobile è il luogo che percorrono, e poco importa se questa nobiltà passa per la musica elettronica, per lo scambio di stupefacenti e per una notevole quantità di "cazzo" e "vaffanculo". Noi raccontiamo il nostro mondo, ed una storia che nel nostro mondo appartiene a tutti i mondi ed a tutti i tempi possibili. E se nel nostro mondo la gente smoccola e bestemmia, i nostri personaggi smoccoleranno e bestemmieranno, senza perdere nemmeno un briciolo della loro nobiltà. De André dice Culo e Puttana nelle sue canzoni, ma credo che nessuno si azzardi per questo a sminuire l'elevatissima qualità poetica del suo lavoro.

Non sarà facile far capire a tutto il pubblico queste questioni, dacché oggi l'ignoranza e l'ipocrisia dominano su tutto, anche in ambienti dove il teatro dovrebbe essere ampiamente conosciuto. Ma dire "arrizzacazzi" in teatro è reato, mentre fare talk show con la gente che urla è audience. Vabbè, evitiamo questa polemica... Le critiche pioveranno, aspettatevele. Io sono pronto a rispondere, a sbattere sul naso degli indignati tutte queste cose. Siatelo anche voi. E non censurerò niente nel nostro testo per venire incontro a certa gente.

Comunque, vedrete, qualcuno apprezzerà. E riderà. E sapete perché? Perché di gente come i nostri personaggi è pieno il mondo, se ne vedono tantissimi, e la realtà è buffa quando la si vede sul palco! Io conosco bene un'ughino e ne ho visti un'altro paio all'opera. Le spiagge pullulano di Dimitri. L'Irish di Sandri. E Lucca di Mery. Ed è giusto che sia così! Questo è il mondo in cui viviamo, che conosciamo e che non dobbiamo non voler vedere. Questo è il mondo che vogliamo raccontare. Questo è il senso di quello che stiamo facendo. E, ne sono quasi sicuro, è arte.

Ok, è tutto, scusate la prolissità ma credo fosse importante. Commenti graditissimi!

4 commenti:

  1. Dato che il commento è graditissimo, non mi tiro indietro (da esterna è più facile parlare... XD)

    Leggendo il copione ho pensato un po' la stessa cosa, ovvero mi sono chiesta perchè mettere in scena questo spettacolo, o meglio, che cosa questo spettacolo vuole raccontare.

    La tua spiegazione Tiz è quanto di più esauriente si possa aspettare, e se ne accorgeranno quelli che ti muoveranno delle critiche. Perchè di critiche ce ne saranno, come tu hai scritto.

    Credo che sia importante porre l'attenzione su un punto di cui tu parli: <>.
    Credo sia fondamentale dare uno spessore a questi personaggi, e lo si fa da attori, calandosi in un ruolo che (buon per voi) è molto lontano da quello che siete.
    Personalmente farei fatica a credere che alcuni di questi personaggi siano dotati di intelligenza e sensibilità, ma la difficoltà dell'attore sta proprio qui: portare in scena oltre che le parole anche la personalità, le emozioni, l'essenza del personaggio, che quindi non sarà più solo una "macchietta" ma una persona completa.

    Intanto, buon lavoro!

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  2. Grazie a Chiara (suppongo Riccomini vero? ^^) per l'utile citazione. Da me. Mwahahah

    A proposito, la cosa che hai riportato su l'ho scritta io? Se si, dove? Non me lo ricordavo. Son un bell'arteriosclerotico...

    Già che ci siamo, iscriviti ai "follower" del blog: li trovi nella voce "Popolo del Lunatika" sulla destra, basta fare clik sulla scritta "segui".

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  3. Beh.

    ("Beh", comincio proprio bene. Come una pecora)

    Beh, sono d'accordo su alcune cose, meno su altre. Fortunatamente condividiamo solo la regia, e non il cervello. E' una cosa che torna comoda, se si vuole pensare ognuno con la propria testa - anche se non nascondo che avere il cervello di Tiziano sarebbe particolarmente utile per alcuni esami!

    La cosa che mi preme sottolineare, che condivido totalmente, è la decisione di non censurare *a causa di* certa gente, certe opinioni, certi movimenti. Con questo non ci vuole chiudere a una visione sola: abbiamo preso il testo, lo abbiamo modificato, e il testo modificato è stato ulteriormente modificato, e ancora, e ancora, e probabilmente lo sarà di nuovo. Quindi figuriamoci se c'è chiusura.

    Certo, è anche vero che non diciamo "arrizzacazzi" in teatro solo perché lo dicono in tv. Abbiamo lavorato tanto su questo testo, e ogni parola ha una giustificazione.



    Raccontare il mondo, o meglio: raccontare *un* mondo, attraverso i suoi personaggi. E' quello che vogliamo fare.

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  4. Beh Tiz, in realtà VOLEVO fare una citazione di una parte di quello che avevi scritto, ma nel copia-incolla qualcosa è andato storto...
    Quello che ho scritto è tutto di mio pugno ;) (non sei arteriosclerotico, quindi. Non ancora).

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